Nuovo “gigante” solare per la Cina

solare_cineseDa un lato è uno dei Paesi più inquinanti al mondo, dall’altro è quello che, forse più di ogni altro, sta investendo nella produzione da rinnovabili. Sto parlando della Cina, che ha annunciato un nuovo “faraonico” progetto solare: sei milioni di moduli fotovoltaici per una potenza totale di ben 2 GW, che ricopriranno 4.607 ettari di terra desertica nel nord del Paese.

Una volta portato a termine, il Ningxia solar project sarà senza dubbio l’impianto solare più grande del mondo con una generazione di 2,73 miliardi di kilowattora di elettricità l’anno. Per realizzarlo serviranno oltre 2 miliardi di dollari che saranno forniti dalla China Minsheng New Energy Investment, divenuta in pochissimo tempo il maggior gruppo di investimento privato del Paese.

 

 

[foto da greenstyle.it]

Rinnovabili in crescita grazie a eolico e solare

solare-ed-eolicoContinua in tutto il mondo la crescita delle rinnovabili, trainata soprattutto da eolico e solare. È quanto emerge dall’ultimo World Energy Council report, che sottolinea come negli ultimi dieci anni l’energia solare sia cresciuta del 50%, in particolar modo nelle aree più rurali e sottosviluppate. Non solo, perché anche Stati storicamente produttori di petrolio come l’Arabia Saudita hanno iniziato a puntare sulle FER.

Ad aver accelerato in modo decisivo la crescita delle green energies anche l’accordo COP21 di Parigi, che imposto alle nazioni di ridurre le emissioni e sviluppare tecnologie alternative.

Al di là dei governi, anche grandi aziende come la General Motors hanno virato decisamente verso le rinnovabili: come affermato dal CEO Mary Barra, la casa automobilistica americana ha fatto sapere di voler puntare – entro il 2050 – a rendere al 100% alimentate da energia rinnovabile tutte le sue 350 sedi sperse nel mondo.

 

[foto da greenstyle.it]

COP 21, in 60 hanno sottoscritto l’accordo. Ma l’Italia dov’è?

clima-e-cop21-gli-obiettivi-dell-europa1_articleimageSono già 60 i Paesi che hanno sottoscritto l’accordo per contrastare il cambiamento climatico adottato lo scorso dicembre in occasione della COP 21 di Parigi. Un risultato più che soddisfacente, soprattutto se consideriamo che tra questi ci sono Cina e USA, i due maggiori inquinatori a livello mondiale.

Tra gli “assenti illustri”, almeno fino a oggi, c’è ancora l’Italia, che al pari dell’Unione Europea risulta solo firmataria: un dato preoccupante, visto che perché l’accordo di Parigi entri in vigore è necessario che sia ratificato da 55 Paesi ma anche che questi siano responsabili di almeno il 55% delle emissioni globali mentre i 60 Paesi che hanno già firmato rappresentano meno del 50%.

“L’Italia – afferma Luca Iacoboni, responsabile Campagna Energia e Clima per Greenpeace –  si è impegnata a ratificare l’accordo entro l’anno, ma decisamente non è abbastanza. Oltre agli annunci è il momento di passare ai fatti, puntando finalmente in maniera decisa sulle energie rinnovabili e abbandonando i combustibili fossili, e prendendo finalmente una posizione ambiziosa e propositiva all’interno dell’Unione Europea. L’Italia dimostri finalmente leadership e concretezza nell’affrontare il tema dei cambiamenti climatici”.

 

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Gran Bretagna e Ue, due strade verso il low carbon

low-carbon-hives-2Sarà una delle tante conseguenze della Brexit, ma Unione europea e Gran Bretagna imboccano due strade molto diverse per l’abbattimento delle emissioni. A Bruxelles, la Commissione europea sta per presentare una nuova proposta di direttiva sull’efficienza energetica che prevede l’aumento del target previsto per il 2030, portandolo dall’attuale 27% a un più impegnativo 30%.

A darne notizia è la Reuters, secondo cui l’iniziativa potrebbe contare sul supporto di un vasto movimento d’opinione. A Londra, invece,è stato approvato in via definitiva il progetto per la costruzione di un nuovo impianto nucleare. A quanto si apprende, saranno investiti 18 miliardi di sterline per realizzare due reattori da 1,6 GW di potenza installata, che secondo i piani inizieranno a funzionare nel 2015 e copriranno il 7% circa dei consumi elettrici inglesi.

Ciò che stupisce maggiormente è il prezzo che sarà pagato per l’energia prodotta: n 92,50 sterline/MWh per 35 anni, sui 60 previsti di vita utile, che rappresenta più o meno il doppio dell’attuale costo dell’elettricità all’ingrosso in Gran Bretagna.

 

[foto da lowcarbon.com]

Cile: rinnovabili al 70% entro il 2050

cileProdurre il 70% della propria energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2050. Questo l’obiettivo del Cile, che per realizzarlo dovrebbe attrarre numerosi investimenti da parte di compagnie straniere. Da sottolineare come il territorio cileno favorisca una simile politica energetica, soprattutto grazie al deserto di Atacama – che rappresenta una vera e propria risorsa per impianti fotovoltaici – e agli oltre seimila chilometri di coste pronti a ospitare diversi impianti eolici, sia onshore che offshore.

C’è da dire che negli ultimi anni il Paese  è già passato dall’1 all’11% nella produzione da rinnovabili, e non è poco se consideriamo che riesce ad aggiungere circa 600MW ogni anno.

Non a caso, nel 2012 sono stati investiti ben 9,2 miliardi di dollari e il 2014 ha portato in Cile 3,4 miliardi di dollari in progetti che hanno interessato per lo più il solare.

 

[foto da greenbiz.it]

USA: tutti pazzi per l’eolico offshore

offshoreL’appetito vien mangiando, recita un antico proverbio che si estende al di là del campo “alimentare”. Gli USA, infatti, pur dovendo ancora mettere in funzione il loro primo impianto eolico offshore, sono già pronti a lanciarsi in questo settore come rivela la National Offshore Wind Strategy, il piano di sviluppo con cui la Casa Bianca mira a raggiungere – salvo ripensamenti del prossimo presidente – 86 GW di energia eolica marina entro il 2050.

Certo, la data non è proprio dietro l’angolo ma, se la tabella di marcia venisse rispettata, le’lico offshore  potrebbe arrivare a portare energia a 23 milioni di abitazioni.

“Questa Amministrazione – ha commentato il Segretario agli Interni, Sally Jewell – ha effettuato investimenti significativi nel settore delle tecnologie energetiche pulite, sostenendo da sempre un mix diversificato capace di contribuire a soddisfare il nostro piano d’azione per il clima”.

Secondo un’analisi preliminare, la National Offshore Wind Strategy porterebbe notevoli benefici quantificabili in 160.000 nuovi posti di lavoro, oltre a ridurre il consumo di acqua del settore energetico del 5 per cento, contribuendo a tagliare le emissioni di gas serra del 1,8 per cento.

 

[foto da greenstyle.it]

Costarica, da 4 mesi solo rinnovabili

costaricaDa quattro mesi, il Costarica sta producendo energia esclusivamente da fonti rinnovabili. A darne notizia il giornalista australiano Robert Llewellyn, che sul proprio podcast ha riportato gli ultimi dati sul sistema elettrico del Paese centroamericano.

A fare la parte del leone sono soprattutto idroelettrico e geotermia, che hanno coperto circa l’83% dei consumi elettrici, e anche l’eolico ha giocato un ruolo importante superando il 12%. E non finisce qui, perché sia il solare che le biomasse presentano ampi margini di crescita.

Certo, il Paese è piccolo e poco industrializzato, ma il risultato raggiunto è di enorme rilevanza. Ora, non ci resta che sperare che altre nazioni possano seguire la stessa strada.

 

[foto da repubblica.it]

Energia marina, in arrivo la turbina più potente di sempre

urlA vederla sembra un piccolo sommergibile, lungo 64 metri e largo poco meno di 4. In realtà è la nuova turbina marina galleggiante sviluppata dalla Scotrenewables, i cui test sono iniziati la settimana scorsa.

Secondo i suoi ideatori, la SR2000 una volta a regime sarà in grado di soddisfare le esigenze elettriche di 1000 abitazioni. Il progetto è stato finanziato dal Fondo per gli investimenti per le energie rinnovabili (REIF).

Grazie ad un sistema di ormeggio flessibile, la turbina potrà essere installata anche in acque particolarmente profonde.

“Una tecnologia galleggiante come questa è facile ed economica da installare, gestire e smantellare”, ha commentato il ministro dell’energia scozzese Paul Wheelhouse durante la visita al sito di test. “Ciò consentirà di aumentare la redditività commerciale dell’energia delle maree, elemento fondamentale per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”

 

[foto da scottishrenewables.com]

Le rinnovabili chiamano, gli investitori rispondono

eolico-1024x734-1024x734Secondo un recente rapporto pubblicato da Ernst&Young, le rinnovabili continuano ad attrarre investimenti e investitori in tutto il mondo.

In Europa, in particolare, nel secondo trimestre di quest’anno le green energy hanno realizzato un volume di transazioni superiore ai 3,5 miliardi di euro.
A determinare la costante crescita, il fatto che il settore delle FER viene considerato particolarmente appetibile viste le politiche che diversi Stati stanno mettendo in campo.

Ulteriori vantaggi sono rappresentati dagli accordi di lungo periodo per lo sviluppo delle rinnovabili. A fare la parte del leone sono soprattutto Germania, Francia e Italia, mentre fuori dall’Europa gli stanno aumentando anche in Paesi come India, la Cina e diversi Stati africani. Infine, gli Stati Uniti che puntano a una produzione “green” pari al 50% entro il 2025.

 

[foto da startmag.it]

Mobilità sostenibile, l’Europa sceglie elettrico e digitale

mobilita-sostenibile-e-veicoli-elettrici-l-italia-non-aspetti-troppo-480x280-1728x800_cAbbattere le emissioni di CO2 rendendo la mobilità sempre più sostenibile. Questo l’obiettivo della nuova Strategia europea sulla mobilità sostenibile dell’Unione europea pubblicata da Bruxelles la settimana scorsa.

“I trasporti costituiscono un quarto delle emissioni di gas a effetto serra dell’Europa e sono la causa principale dell’inquinamento atmosferico – ha dichiarato Violeta Bulc, Commissaria UE per i Trasporti europei – La transizione verso una mobilità a basse emissioni è pertanto fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’UE in materia di clima e per migliorare la qualità della vita nelle nostre città. È inoltre un’opportunità per modernizzare l’economia dell’UE e mantenere la competitività dell’industria europea”.

La strategia adottata prevede una tabella di marcia verso la mobilità sostenibile: tra gli obiettivi principali, quello di aumentare l’efficienza del sistema di trasporto attraverso la valorizzazione delle tecnologie digitali e i sistemi intelligenti. La Commissione intende anche accelerare la distribuzione delle alternative di mobilità sostenibile, favorendo elementi come ad esempio i biocarburanti avanzati, l’elettricità, l’idrogeno e combustibili sintetici rinnovabili e rimuovendo gli ostacoli oggi presenti nell’elettrificazione dei trasporti.

[foto da  verdeazzurronotizie.it]