CO2, meno 60% con il biocarburante da rifiuti

biocarburantiUn’opportunità che è impossibile rifiutare. Sembra essere la battuta giusta per presentare lo studio “Wasted: Europe’s Untapped Resource” promosso da alcuni gruppi  industriali e ONG tra cui Novozymes, WWF, e Virgin Airway.

Ebbene secondo la ricerca il biocarburante da rifiuti potrebbe, in soli 16 anni, sostituire il 16% di tutto il combustibile utilizzato sulle strade europee.

Il che comporterebbe un notevole taglio sulla spesa per le importazioni di petrolio e uno stimolo l’economia rurale per un totale di 15 miliardi di euro.

Il documento sostiene che esiste un notevole potenziale energetico ancora del tutto non sfruttato nei rifiuti prodotti nell’Unione Europea. Per i ricercatori, i cittadini europei buttano ogni anno qualcosa come 900 milioni di tonnellate di carta da macero, cibo, legna e materiale vegetale, circa un quarto dei quali – ovvero quasi 220 milioni di tonnellate – può essere dirottato al recupero energetico.

Una montagna di rifiuti che sarebbe in grado di fornire abbastanza materia prima per produrre tanto biocombustibile da rimpiazzare 37 milioni di tonnellate di importazioni di greggio l’anno.

In sostanza, è possibile creare un settore produttivo vero e proprio che potrebbe produrre fino a 300.000 posti di lavoro, contribuendo a tagliare le emissioni di gas serra fino al 60%.

“Anche quando si tiene conto delle possibili emissioni indirette, i combustibili alternativi da rifiuti e residui offrono risparmi reali e sostanziali in termini di carbonio”, ha spiegato Chris Malins, che ha condotto le analisi per il Council on Clean Transportation. “La risorsa è disponibile, e la tecnologia esiste – la sfida per l’Europa è ora quella di mettere  in atto un quadro politico che permetta investimenti rapidi”.

[foto da greenme.it]

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